Molti sanno che l'esperienza del contatto con l'acqua in generale si inscrive nella sfera del piacere percettivo, evocando, nella maggioranza dei casi, molteplici sensazioni di soddisfazione piena, rilassatezza, calma interiore, benessere già note ai tempi dei Fenici, degli egizi e dei greci. Ma cosa accade veramente al corpo e alla psiche quando ci tuffiamo? Immersione del corpo in acqua determina, innanzitutto, un avere propria rivoluzione percettiva: si modifica la nozione di spazio, sia statico che cinestetico, i movimenti diventano più fluidi, il peso corporeo percepito diminuisce nettamente. Più tecnicamente gli effetti chiamati in causa sono:
L'effetto idrostatico: quello del principio di Archimede per cui il nostro corpo riceve una spinta dal basso che gli permette di muoversi più liberamente e con minor sforzo;
L'effetto miorilassante: il rilassamento muscolare favorisce anche una più fluida mobilitazione delle articolazioni e della colonna, riattivando il flusso sanguigno e migliorando la circolazione;
L'effetto antalgico: è legato in parte alla temperatura dell'acqua e in parte all'effetto di "massaggio a sfioramento" indotto dall'azione della "risacca" dell'acqua sul corpo.
Alle azioni meccaniche e termiche dell'acqua si sommano anche altri fattori:
L'idea dominante di lentezza: la diversa percezione del tempo in acqua favorisce la concentrazione su se stessi sulle proprie percezioni e sui propri vissuti corporei ed emotivi.
L'aumento del livello di energia e benessere dovuto al maggior afflusso di sangue per il restringimento dei vasi sanguigni consente di rinvigorire il corpo ed eliminare la sonnolenza.
In definitiva tutti questi elementi fanno sì che l'acqua sia un toccasana per eliminare lo stress accumulato e per ripristinare il tono dell'umore. fonte Ragusah24
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Fare sport è ormai risaputo essere indispensabile per la salute...
Interessante questo elenco di studi scientifici che si aggiunge a molti altri già esistenti, che ne sottolinea l'importanza.
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L’ictus cerebrale silente è un tipo di infarto cerebrale che colpisce la persona in maniera quasi silenziosa. Spesso viene scambiato per un banale mal di testa e viene diagnosticato abitualmente solo in un secondo momento; tuttavia esso danneggia le funzioni cognitive e secondo alcuni aumenta il rischio di sviluppare demenza. Colpisce circa il 10% della popolazione anziana.
La buona notizia è che, secondo la ricerca, l’esercizio fisico può ridurre la possibilità di ictus cerebali silenti circa del 40%. L’esercizio in questione dev’essere qualcosa di più che il semplice passeggiare; per assicurarsi l’effetto protettivo, meglio optare per il jogging, la bicicletta, il tennis o in nuoto (Willey et al., 2011).
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa con esordio in età presenile/senile. I neuroni e le sinapsi si deteriorano con conseguente perdita di memoria, difficoltà del linguaggio, cambiamenti repentini di umore e problemi del comportamento. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse.
Fortunatamente, la ricerca dimostra che l’esercizio fisico può fornire un effetto protettivo contro il morbo di Alzheimer, contribuendo a combattere il danneggiamento del cervello (Funk et al. 2011).
Secondo la ricerca, i bambini che hanno una migliore forma fisica e praticano abitualmente movimento hanno anche un miglior rendimento scolastico (Tomporowski et al., 2011).
Curiosamente, uno studio del 2012 ha anche mostrato che l’aumento delle capacità mentali dei ragazzi che svolgono abitualmente attività fisica li rende più sicuri ed attenti nell’attraversare la strada quando sono distratti dai loro cellulari (Chaddock et al., 2012).
Uno dei motivi per cui l’esercizio fisico è così utile in diversi ambiti psicologici è che aiuta le nuove cellule cerebrali a crescere.
Ad esempio, uno studio sui topi ha mostrato come, in risposta all’esercizio fisico, i neuroni delle aree del cervello relative a memoria e apprendimento (nello specifico nell’ippocampo) proliferano (Bjørnebekk, 2007).
Le funzioni esecutive in psicologia si riferiscono a quelle funzioni superiori della mente deputate alla pianificazione, al monitoraggio, alla gestione e alla verifica del comportamento.
Una review del 2012 ha raccolto i risultati di molti studi su questo argomento, confermando che l’esercizio fisico aumenta significativamente le funzioni esecutive, soprattutto in età avanzata (Guiney & Machado, 2012).
La relazione tra esercizio fisico e sonno è più complicata di quanto possiamo immaginare. Infatti, non è proprio esatto che, visto che l’esercizio stanca, promuove il sonno. Coerentemente con questo, uno studio su soggetti insonni ha mostrato che 45 minuti di esercizio non portavano le persone a dormire meglio la notte stessa.
Tuttavia, la ricerca ha rilevato che l’esercizio può aiutare la qualità del sonno a lungo termine. I partecipanti affetti da insonnia che avevano portato avanti il loro programma di esercizi per 16 settimane, infatti, dormivano molto meglio di quelli che non si erano esercitati (Baron et al., 2013).
Chi soffre di emicrania spesso può avere paura di fare esercizio fisico, perché ciò potrebbe portare ad un attacco.
Eppure, una ricerca del 2011 ha mostrato come l’esercizio sia invece un modo efficace per diminuire l’insorgenza di nuovi episodi (Varkey et al., 2011). In particolare, i soggetti del campione che hanno preso parte ad un programma di allenamento di tre sedute a settimane con una cyclette, hanno mostrato miglioramenti simili a quelli che è possibili ottenere con cure farmacologiche.
L’esercizio fisico può essere un valido aiuto per smettere di fumare. In generale, sembra che esercitarsi porti a considerare le sigarette meno “attraenti” (Van Rebsburg et al., 2009).
Inoltre, secondo 12 studi indipendenti revisionati da Taylor et al (2008), le persone che si impegnano in camminare e in altri tipi di attività sportive hanno anche meno sintomi di stress e astinenza quando finalmente decidono di rinunciare al fumo di sigarette.
Le persone di solito pensano che l’esercizio fisico conduca ad avere più fame, per “rimpiazzare” le perdita di calorie. Eppure, la ricerca di Hanlol e colleghi mostra che, dopo aver fatto esercizio fisico, le persone avevano una minor motivazione a mangiare (Hanlon et al., 2012).
L’esercizio può infatti ridurre l’appetito abbassando i livelli corporei di grelina, un ormone prodotto da alcune cellule dello stomaco e del pancreas che stimola l’appetito (Broom et al, 2008).
Una meta-analisi di 24 studi indipendenti sugli effetti dell’esercizio fisico sul controllo di sè ha concluso che una breve sessione di esercizi fornisce un impulso immediato all’autocontrollo (Verburgh et al., 2013).
In particolare, tali studi suggeriscono un effetto acuto dell’esercizio, con una maggior capacità mostrata di focalizzarsi e di inibire eventuali stimoli interferenti. Al contrario, non sono stati trovati effetti cumulativi in caso di esercizio svolto abitualmente.
fonte http://www.psicologo-milano.it/newblog/esercizio-fisico-altri-effetti-sulla-mente/
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Combattere il mal di testa e, allo stesso tempo, allenare il fisico? E’ possibile, almeno stando ai risultati di una ricerca tutta italiana. La ginnastica, se fatta nel modo giusto e , soprattutto, coinvolgendo i muscoli giusti, può essere davvero un valido alleato per dimenticarsi del fastidioso mal di testa. Bastano alcuni semplici esercizi di distensione, per sciogliere la muscolatura della parte superiore del corpo, del viso, del collo e delle spalle, per dire addio alla cefalea.
La scoperta delle potenzialità della ginnastica, come terapia contro il mal di testa, è di un team di esperti, delle Molinette di Torino, che hanno coinvolto nella ricerca circa 1000 dipendenti del comune piemontese. Si tratta di un trattamento mirato a risolvere il mal di testa partendo dalle sue possibili cause muscolari, contratture, tensioni muscoli ecc. Grazie a una serie di semplici esercizi, utili per sciogliere le contratture muscolari di testa e collo, da eseguire ogni due o tre ore, la cefalea potrebbe diventare solo un doloroso ricordo.
I dipendenti pubblici, coinvolti nella sperimentazione torinese, hanno effettuato, ogni giorno, specifici esercizi di rilassamento della muscolatura. Confrontando i risultati ottenuti, dopo 7 mesi di ginnastica costante, dai soggetti coinvolti nello studio con un altro gruppo di persone non sottoposto al trattamento, il risultato è stato chiaro quanto incoraggiante. E’ stata stimata una riduzione del 34% dei casi di mal di testa e del 29% di dolori al collo e alle spalle.
Nessun miracolo, a colpi di esercizi, ma la ginnastica giusta potrebbe aiutare ad alleviare questo problema, che colpisce migliaia di persone ogni giorno. Inoltre, se i fastidi si attenuano,diminuisce anche il ricorso ai farmaci, analgesici e antidolorifici.
fonte: http://www.tantasalute.it/
Il legame che lega sport, nutrizione e salute è oramai indissolubile e la migliore palestra si trova prima di tutto sulla vostra tavola!
Parlare di alimentazione, dieta e sport non significa fare inutili rinunce o organizzare la propria alimentazione su diete fai da te e passaparola. Ognuno di noi è un individuo con determinate caratteristiche psico-fisiche che ne fanno un individuo unico, con esigenze specifiche. Per avere efficacia, un piano alimentare deve essere correttamente bilanciato e soprattutto sottoscritto da un professionista della nutrizione (Biologo Nutrizionista, Dietologo o Dietista) perchè il rischio di un’alimentazione non idonea a supportare la pratica sportiva è quello di incorrere in carenze nutrizionali importanti e di esporsi a danni non indifferenti.
Quello che in verità è fondamentale è l’insieme dei nutrienti presenti in un alimento e la loro proporzione.
Alla base di un piano sano e bilanciato ci deve essere:
è possibile che un piano alimentare per un atleta o uno sportivo possa prevedere una distribuzione di 6 pasti giornalieri organizzati in funzione dell’allenamento (per esempio i 3 pasti principali: colazione, pranzo e cena e 3 spuntini) tenendo conto anche dei tempi digestivi necessari tra il pasto e l’esercizio fisico per evitare di compromettere la digestione o scongiurare il rischio di malori.
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l nuoto con pochi e semplici movimenti aiuta a mantenere un buono stato di benessere, e soprattutto aiuta particolarmente a perdere peso e a bruciare calorie velocemente (da 400 a 700 in circa 60 minuti) in base allo stile che si pratica (delfino, dorso, rana, crawl). Escludendo il delfino (uno stile molto tecnico e che necessita di una buona massa muscolare per essere nuotato) lo stile che garantisce il maggiore dispendio energetico è il dorso, seguito dalla rana e dal crawl (stile libero). Nuotare in acque libere (mare/lago) garantisce migliori risultati dato che la più bassa temperatura dell'acqua permette un maggiore dispendio energetico.
Per il dimagrimento nuotare in acque libere a crawl per 30 minuti consecutivi, tre volte alla settimana garantisce ottimi risultati. C'è da dire che anche se il nuoto fa consumare parecchie calorie, se non c'e' una adeguata dieta, con riduzione di apporto calorico, non si dimagrisce. Quindi è inutile nuotare per dimagrire continuando a seguire una dieta ipercalorica (al di sopra del proprio fabbisogno energetico) in questo caso infatti si avrà solo un rassodamento e una tonificazione muscolare. La tabella sottostante indica le calorie bruciate in 60 minuti di nuoto continuo da una donna di 50 kg (tabella 1) e da un uomo di 70 Kg (tabella 2).
|
Donna 50 Kg |
Uomo 70 kg |
Dorso |
528 Kcal |
739 Kcal |
Rana |
508 Kcal |
711 Kcal |
Crawl veloce |
488 Kcal |
684 Kcal |
Crawl lento |
403 Kcal |
564 Kcal |
fonte:http://www.nuotomania.it/
FESTE DI NATALE: CONSIGLI DEL NUTRIZIONISTA
Siamo ormai in pieno periodo natalizio e una domanda ricorrente che mi è stata rivolta in questi giorni è come comportarsi per non compromettere la linea e vanificare i risultati di un lungo percorso dimagrante.
Non sono i giorni di festa ad inficiare tutto il lavoro fatto durante un intero anno. É possibile quindi vivere il Natale con serenità, nella sua vera essenza dell’unione, della convivialità e lasciando al cibo il suo ruolo determinante. È pertanto assolutamente legittimo partecipare alla vigilia, al pranzo di Natale, di Capodanno e dell’Epifania concedendosi anche qualche “piccola trasgressione alimentare” senza sensi di colpa.
Importante tuttavia limitare tali concessioni extra a questi soli giorni e non a tutto il periodo che intercorre tra le varie festività perché ciò porterebbe ad avere la sgradevole sorpresa a metà gennaio dell’ago della bilancia spostato su 2-3 kg in più.
Godiamoci le feste ma è bene farlo con intelligenza per non avere rimpianti.
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO
È vero le tentazioni saranno in agguato. Le nostre case in questo periodo abbondano di dolci più vari, di piatti tipici della cucina locale che in molti casi rappresentano una tradizione, una condivisione, un calore familiare a cui risulta estremamente difficile rinunciare.
Come fare allora? Ecco qualche accorgimento per un mini programma salvavita:
Durante le feste l’aperitivo rappresenta un piacevole intrattenimento che precede il cenone o il pranzo vero e proprio.
Ma attenzione alle calorie in eccesso! Gli aperitivi spesso sono caratterizzati dalla presenza di cocktail alcolici, patatine, noccioline, tartine e salatini vari ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale.
Sarà pertanto buona norma preferire bevande analcoliche o al massimo un bicchiere di vino, ed optare per stuzzichini a base di verdure crude che renderanno le nostre tavole belle e colorate e rappresenteranno soprattutto un ottimo stratagemma per limitare la fame grazie alla presenza di fibre. Inoltre le verdure crude contengono molti enzimi in grado di stimolare al meglio la digestione, che sarà così facilitata, e contemporaneamente contribuiscono a mitigare quel senso di gonfiore post-pasto.
Dopo aver placato il nostro appetito con l’assunzione dell’aperitivo salutare, avremo un maggior self-control nella scelta delle pietanze che seguiranno.
E’ importante avere consapevolezza degli alimenti che ci apprestiamo a mangiare.
Consiglio pertanto di scegliere un solo primo, anche quello che ci piace di più, e un solo secondo a base di pesce o di carne più un contorno.
Una buona regola è quella di limitare le porzioni ed evitare di fare il bis.
Ricordiamoci che a fine pasto ci sarà anche il dolce.
Non demonizzare i dolci, dare loro il senso del proibito non fa altro che aumentarne il desiderio.
Pertanto si anche a pandoro e panettone limitandosi a piccole fette da circa 60g, astenendosi se possibile dalle creme.
No problem!
Approfittiamo di questo periodo di vacanze per incrementare l’attività fisica, anche semplicemente facendo delle lunghe passeggiate. In questo modo il bilancio energetico tra le entrate e le uscite verrà compensato.
RicordateVi non si ingrassa da Natale a Capodanno ma….. da Capodanno a Natale.
BUONE FESTE A TUTTI!
Dott.ssa Maria Grazia Gabrieli
Biologa Nutrizionista
Cell.3203290856
Tra le tante novità citate in questo anno sportivo che parte alla grande ci sono molte nuove attività, per accontentare tutti voi ICOS lovers!
Per i più piccoli è in partenza il corso di Ginnastica ritmica e modern Jazz con la bella e brava Clara Guido con un curriculum di tutto rispetto che potete sbirciare tra quelli dei nostri istruttori!
La ginnastica ritmica è una disciplina sportiva che, consente un miglioramento della mobilità articolare, agisce sul potenziamento muscolare e garantisce l’acquisizione di una postura corretta. Se praticata correttamente e sin da bambini, consente uno sviluppo armonico di tutto il corpo. Alla base di tale disciplina vi è la coordinazione di movimenti in cui sono coinvolti contemporaneamente muscoli della parte superiore e inferiore, consentendo in tal modo di acquisire una consapevolezza del proprio corpo nello spazio. L’esecuzione di alcuni esercizi è infatti spesso accompagnata dall’utilizzo di un attrezzo. Gli attrezzi della ginnastica ritmica sono: palla, cerchio, fune, nastro, clavette.
Il Modern-jazz è uno stile di danza che si basa sull’espressività del proprio corpo. Il corso si basa su un riscaldamento iniziale in cui si susseguono esercizi di streching, tecnica classica, e potenziamento muscolare a cui segue l’esecuzione di diagonali e coreografie.
Lunedì 3 e Venerdì 7 Ottobre ci saranno le lezioni di prova aperte agli utenti dai 5 ai 16 anni. Solo 15 posti disponibili!Per info e prenotazioni chiamare allo 0832240084
Impossibile non conoscere la nostra Serena D'Amato, bravissima ballerina di pizzica pizzica che potete ammirare in tutto il suo splendore in uno dei tanti video che popolano il web.
Da Ottobre ripartono i suoi corsi alla Icos Sporting Club di Lecce...un modo unico per tenersi in forma! Ma la pizzica non è una disciplina sportiva...la pizzica è molto di più!
Passione, tradizione e cultura si incontrano in un ballo che ha radici molto lontane.
Già dal XIX secolo la pizzica si è legata alle pratiche terapeutiche coreomusicali del tarantismo, ma è accertato che dal XIV secolo in poi musici e tarantolati hanno adoperato per curare e curarsi dal veleno di tarantole e scorpioni le danze locali del periodo, che si sono alternate, succedute, o adattate, lungo il corso dei secoli. Alcune di queste danze (moresca, spallata, catena, pastorale, ecc.) hanno avuto un'ampia circolazione ben oltre l'area pugliese e lucana, si ritrovano presenti in altre regioni europee. La pizzica pizzica, dunque, era essenzialmente una danza ludica dei momenti di festa e di convivialità sociale, ma veniva praticata durante i rituali terapeutici dai morsicati (veri o presunti) dalla tarantola Lycosa tarantula.
La pizzica, oltre ad essere suonata nei momenti di festa di singoli gruppi familiari o di intere comunità locali, costituiva anche il principale accompagnamento del ritoetnocoreutico del tarantismo. Essa, quindi, veniva eseguita da orchestrine composte da vari strumenti - tra i quali emergevano il tamburello ed il violino per le loro caratteristiche ritmiche e melodiche - con lo scopo di "esorcizzare" le donne tarantate e guarirle, attraverso il ballo che questa musica frenetica scatenava, dal loro male.
Nella pizzica pizzica si balla in coppia, non necessariamente formata da individui dello stesso sesso. A differenza di quanto molti immaginano, la pizzica pizzica tra uomo e donna non era necessariamente unadanza di corteggiamento. Essa infatti si ballava soprattutto in occasioni private e familiari, ed in tali occasioni era molto probabile che a danzare si trovassero parenti anche molto stretti, o individui tra i quali intercorreva una grande differenza d'età. Così il ballo tra un fratello ed una sorella poteva diventare occasione di divertimento e scherzo, come quello tra un anziano e la sua nipotina poteva diventare un momento di apprendimento da parte della seconda dei ruoli, dei passi e dei codici tipici della danza. Tra due uomini invece spesso si creava più tensione, o meglio, competizione, ed il ballo diventava allora un momento di sfida in cui ci si confrontava, esibendole, su doti quali agilità, creatività e prestanza fisica. Un esempio di danza tra due uomini è riscontrabile nella tradizione ostunese, dove è molto facile vedere due uomini ballare insieme ed in cui uno dei due uomini (o a turno), si prende gioco dell'altro riproducendo passi e pose comici o caratteristici della danza femminile.
Per maggior chiarezza, bisogna distinguere oggi le forme delle pizziche tradizionali, che variavano anche da zona a zona, da quelle in gran parte reinventate dalla moda giovanile in uso dalla metà degli anni '90, oggi indicate col termine di "neo-pizzica". La pizzica pizzica tradizionale apparteneva posturalmente, stilisticamente e coreograficamente all'ampia famiglia delle tarantelle meridionali: le figurazioni basilari erano il ballo (parte frontale) e il giro, alle quali si affiancavano rotazioni, figure legate per mano o per braccia, e - quando fra i due ballerini vi era maggior familiarità - anche parti mimiche alludenti la sfera erotica o gestualità scherzosa. Posture e atteggiamenti dei corpi si rifacevano ad un linguaggio corporeo forte ed energico, ma anche serio e rituale, tipico della cultura contadina. La "neo-pizzica" ha mutuato le forme oggi più diffuse del ballo dagli ambienti folkloristici e dall'imitazione di modelli coreutici mediatici (tango, flamenco, ecc.), esaltando le "intenzioni" e le emozioni dei ballerini (e naturalmente la loro capacità di farle emergere) a rendere emotivo il momento coreutico. Sui alcuni passi base i ballerini ci ricamano, anche inventandoli estemporaneamente, una gran varietà di passi e movimenti, che fanno oscillare la danza tra fasi di calma, di studio dell'altro o attesa a fasi più frenetiche caratterizzate da forti battiti dei piedi sul suolo (più tipici degli uomini), veloci e vorticosi giri su sé stessi (caratteristici delle donne), brevi inseguimenti, allontanamenti e repentini avvicinamenti e incroci tra i due ballerini. Il tutto condito dall'euforia dei suoni e delle grida che si scatenano dalla ronda, ossia quel tipico cerchio, composto da musicisti, aspiranti ballerini o curiosi, che si forma spontaneamente dando vita al momento del ballo.
Caratteristico della pizzica pizzica è il "fazzoletto", accessorio immancabile nell'abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Oggi è molto abusata la credenza che vuole il fazzoletto come "simbolo d'amore", o di vero e proprio "abbandono" nelle mani della donna, che lo concederebbe durante il ballo solamente al giovanotto che sia stato in grado di rapirle il cuore. Anche se non si può negare in toto che questo semplice accessorio in alcuni casi potesse diventare un vero e proprio simbolo o pegno d'amore che due innamorati si scambiavano durante il ballo, è più probabile che esso venisse utilizzato per animare maggiormente la danza.
Nella danza della pizzica pizzica i ruoli, i sessi e la loro rappresentazione erano e sono molto marcati. Fermo restando che entrambi i ballerini, sia uomini che donne, tengono durante il ballo una postura eretta e composta, i passi che essi eseguono variano e si alternano tra momenti speculari e momenti "complementari". Alle donne va naturalmente il compito di esprimere al meglio, anche attraverso gli accessori tipici dell'abbigliamento femminile (gonne, foulard, scialli), la propria bellezza e femminilità, con passi molto più composti di quelli degli uomini, anche se non mancano i momenti di euforia con brevi corse e giri su se stesse. Le mani della donna spesso sono ferme a reggere la lunga gonna, ed in ogni caso le sue braccia restano sempre chiuse, o protese leggermente in avanti. L'uomo invece, naturalmente, ha il dovere di esprimere, durante la danza la propria virilità, la propria forza, la propria atleticità, e questo compito lo svolge con salti più alti e più marcati, con movimenti più secchi e repentini, con le proprie braccia tese e aperte come a voler circondare o abbracciare a distanza la donna. In ogni caso, a rendere più o meno movimentato il ballo è la donna, che attraverso piccole fughe, guizzi, repentini stop e ripartenze, stuzzica l'uomo ad inseguirla, a "braccarla" delicatamente, per poi affrontarlo con giochi di piedi e di sguardi. (fonte Wikipedia)
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